Relazione Illustrativa

Le minoranze linguistiche nazionali italiane si trovano tutte in territori di montagna: qui, storicamente protette, hanno potuto conservare ed esprimere le proprie peculiarità, in ambiti un tempo di confine tra territori nazionali, oggi luoghi di incontro e preziose cerniere di dialogo tra i popoli che compongono la ricchezza dell’identità Europea, con particolari bisogni di politiche attive che ne salvaguardino il ruolo e l’identità.

La crescente attenzione per l’importanza delle montagne ha portato l’Assemblea generale delle Nazioni Unite a dichiarare il 2002 Anno Internazionale delle Montagne. In quell’occasione, l’Assemblea generale dell’ONU ha designato l’11 dicembre di ogni anno, a partire dal 2003, come “Giornata internazionale della montagna”. Il più recente tema, quello del 2016, è stato ‘Mountain Cultures: celebrating diversity and strengthening identity’, cioè la promozione della cultura e delle identità dei popoli di montagna, evidenziando ancora una volta come l’identità culturale sia argomento strategico  per le sue importanti ricadute sul piano sociale e turistico-economico, ma come la stessa tutela di quell’identità, oltre che attraverso strumenti specifici di attuazione, non possa che trovare piena espressione solo attraverso previsioni che permettano alle genti di montagna di trovare adeguati supporti atti a sostenere la difficile permanenza in montagna, e costituire un valido sostegno e strumento di modernizzazione dei mezzi di sviluppo e salvaguardia delle zone di montagna, con politiche pubbliche capaci di compensarne le difficoltà geografiche e valorizzarne la qualità di vita, l’impiego e le attività ricreative, e rispondere alle esigenze quotidiane degli abitanti, delle imprese e degli utenti, con particolare attenzione ai servizi pubblici, alla sanità, ai trasporti e alla digitalizzazione.

A livello italiano finalmente nella Legge di Stabilità 2017 è ritornato il Fondo Nazionale per la Montagna, previsto dalla Legge n. 97 ‘Legge sulla Montagna’ del 31 gennaio 94, che purtroppo negli ultimi anni, a partire dal 2009, era stato eliminato dalla legge di bilancio.

La legge 97/94, che ha come  obiettivo l’attuazione dell’ultimo comma dell’art. 44 della Costituzione, “La legge dispone provvedimenti a favore delle zone montane”, e la legge 15 dicembre 1999 n. 482 ‘Norme in materia di tutela del minoranze linguistiche storiche’, che è stata disposta in attuazione dell’art. 6 della stessa Costituzione, “La Repubblica tutela con apposite norme le minoranze linguistiche’, sono entrambe state approvate quasi cinquant’anni dopo quelle disposizioni Costituzionali, mentre nel frattempo le comunità di montagna soffrivano una profonda crisi di sviluppo. In particolare la Legge 97/94 non è  stata ancora adeguatamente aggiornata al quadro delle riforme istituzionali che nel tempo il sistema pubblico italiano ha conosciuto, inoltre non è mai stata pienamente applicata per quanto riguarda le previsioni economiche, in quanto la prevista emanazione di adeguati strumenti dispositivi da parte dei  Ministeri competenti non ha mai visto la luce, e di anno in anno tale normativa ha risentito poi di antiquati meccanismi di reperimento delle risorse economiche, legati ad una logica assistenzialistica e centralista, lontani dalle rilevanti trasformazioni in atto nello scenario europeo. Infatti, invece di prevedere il riconoscimento di un gettito erariale e la possibilità per gli enti locali di godere del valore aggiunto fiscale prodotto dallo sfruttamento delle risorse montane, che di fatto determinerebbe l’uscita dei territori montani dal mortificante meccanismo della finanza derivata, l’allocazione delle risorse aggiuntive avviene ancora attraverso un Fondo che deve di anno in anno essere adeguato alle manovre di finanza pubblica, senza una necessaria programmazione pluriennale.

In altri paesi europei la capacità di produzione normativa relativa alla tutela della montagna è risultata  molto efficiente ed efficace: un esempio a noi vicino, la Francia; nel 1985 il Parlamento francese ha approvato una legge specifica per le regioni di montagna, la ‘Loi Montagne’; ma 30 anni più tardi, considerato che i mutamenti nazionali ed europei,  nonché le ricadute di fenomeni globali, come il cambiamento climatico, hanno messo i territori montani di fronte a nuove sfide, il primo ministro Manuel Valls ha incaricato due deputate, Bernadette Laclais e Annie Genevard, di raccogliere proposte per la revisione della legge sulla montagna e di elaborarle. Iscritto nelle linee guida della “tabella di marcia del Governo per la Montagna”, illustrato a Chamonix nel mese di settembre 2015, il realtivo disegno di legge è stato presentato nel luglio 2015 con il titolo: “Un secondo atto per la legge della montagna; per un rinnovato patto tra la Nazione e i territori di montagna”. Poco dopo, martedì 18 ottobre 2016 l’Assemblea nazionale francese ha approvato il progetto di legge ‘Per la modernizzazione, lo sviluppo e la protezione dei territori di montagna’, che rispetto alla ‘Loi Montagne’ in vigore dal 1985 ha introdotto diverse novità, in particolare misure atte a modernizzare la governance dei territori di montagna. Secondo l’articolo 1 della legge, la Repubblica Francese riconosce la montagna come un insieme di territori il cui sviluppo equo e sostenibile costituisce un obiettivo di interesse nazionale: considerate le loro caratteristiche particolari e le problematiche specifiche, lo Stato si è impegnato a incoraggiare il progresso economico di queste zone e a incrementare il turismo culturale ed ambientale utilizzandone al meglio le ricchezze.

L’attuale disegno di legge  ‘Legge nazionale sui piccoli comuni e la montagna’ in discussione al Parlamento italiano, che nella sostanza va a riformare i contenuti della legge 97/94, contiene interessanti novità: si va dalla promozione della cablatura e della banda larga nei piccoli Comuni all’incentivazione della residenza in montagna; dall’assicurare la qualità e la presenza dei servizi indispensabili come sanità, trasporti, istruzione, servizi postali, risparmio, agli interventi per il recupero dei centri storici a alla tutela del patrimonio ambientale; i Comuni possono promuovere i prodotti tipici locali e indicare anche nella cartellonistica stradale le produzioni tipiche, così come si prevede di facilitare le procedure di cessione di beni immobiliari demaniali a favore di attività e organizzazioni del mondo del non profit; inoltre, grazie all’istituzione di un registro nazionale dei serbatoi di carbonio agroforestali, si  potranno certificare la gestione sostenibile delle foreste, dei suoli agricoli e delle attività di riforestazione, anche in vista del raggiungimento degli obiettivi del Protocollo di Kyoto. Ma quali sono i probabili tempi di approvazione di tale proposta?

Programma Convegno: ‘Quale futuro per la montagna veneta?’

Condividendo le indicazioni del Consiglio d’Europa, il quale riconosce che le montagne costituiscono un eccezionale patrimonio europeo che è opportuno valorizzare e salvaguardare, segnatamente tramite la difesa e la promozione della diversità delle loro popolazioni, e che ciò comporta la garanzia del rispetto e del mantenimento dell’identità sociale, delle tradizioni e della cultura, la ‘Federazione Cimbri 7 Comuni’ (Asiago – Vi) in collaborazione con la ‘Italian-German Journalist Association’ (Bonn – Germany), con il Patrocinio della Regione Veneto e dei Comuni dell’Altopiano di Asiago, organizza il 1 luglio 2017 dalle ore 15, 30 alle ore 18,30 presso il teatro Millepini ad Asiago (Vi) un Convegno per mettere a confronto le modalità di tutela delle aree di montagna nel contesto europeo, fare il punto sull’attuazione della Legge 97/94, nonché capire lo stato dell’arte delle proposte di riforma della stessa Legge attualmente in discussione in Parlamento.

Nell’occasione si intende anche sostenere la raccolta di firme per la Carta Europea dei prodotti di montagna, promossa dall’Associazione Europea Euromontana, fondata con scopi scientifici e a vocazione internazionale a Roma il 4 marzo 1996 per iniziativa di 14 realtà europee, per migliorare le condizioni di esistenza delle popolazioni di montagna.  La Carta Europea 2016 è uno strumento per la promozione, la tutela e la valorizzazione del prodotto agroalimentare di qualità, per la quale l’associazione europea Euromontana si impegna da oltre quindici anni. Nel 2016 è stata redatta una nuova versione della Carta per spingere l’Unione Europea a fare di più per la protezione e la promozione di prodotti di montagna di alta qualità, con l’obiettivo di coinvolgere diversi soggetti – dal produttore al consumatore – su azioni concrete di promozione e valorizzazione dei prodotti di montagna e nella creazione di un ambiente favorevole alla produzione di qualità, riconoscendone il valore e la centralità per le popolazioni e i territori montani.

 

 Saluti

 cav. Francesco Valerio Rodeghiero, Presidente ‘Federazione Cimbri Sette Comuni’ (Roana, Vi)

 comm. Ulrich Ritter, Presidente ‘Italian-German Journalist Association’ (Bonn, Germany)

 avv. Roberto Rigoni Stern,  Sindaco del Comune di Asiago

 dr. Roberto Ciambetti, Presidente del Consiglio Regionale Veneto

 

Relatori

 dott. Walter Milan (Responsabile Comunicazione ‘Corpo Nazionale Soccorso Alpino’)
Moderatore

Introduzione: on. Flavio Rodeghiero (già membro del Gruppo di Lavoro del Consiglio d’Europa per la ‘Carta Europea delle regioni di montagna’)

avv. prof. Paolo Piva (Docente Diritto dell’Unione Europea – Università di Padova):La tutela e la promozione della cultura e dello sviluppo delle regioni di Montagna nelle previsioni dell’Unione Europea’.

sen. Franco Panizza (Vice-Presidente Gruppo Autonomie, Segretario Commissione Permanente Agricoltura): ‘Le Regioni autonome italiane e la tutela della Montagna’.

prof. Stefano Piazza (Autore del volume: ‘Il Veneto e la montagna’): ‘Matrici territoriali e modelli istituzionali in montagna: il caso veneto”.

sen. Giovanni Piccoli (Vice Presidente Vicario dell’Intergruppo Parlamentare per la Montagna): ‘La “Legge nazionale sui Piccoli Comuni e la montagna” all’esame del Parlamento.

Conclusioni: è stato invitato l’on. PierPaolo Baretta, Sottosegretario di Stato al Ministero dell’Economia e delle Finanze.

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